Una storia familiare leggendaria
GAJA fu fondata nel 1859 da Giovanni Gaja. All’epoca, Barbaresco non esisteva nemmeno come regione vinicola definita—anzi, era ben lontana dall’esserlo. La zona era principalmente agricola, come molte altre in Italia, dove la popolazione era composta da contadini che coltivavano diverse colture, tra cui l’uva. Quest’uva veniva fermentata in vino, ma non imbottigliata né affinata. Il vino era essenzialmente un prodotto di base per il consumo personale. Ma Giovanni iniziò lentamente a cambiare le cose. Vide un potenziale e cominciò a esplorare modi per raffinare il vino che serviva nel suo piccolo ristorante all’interno della casa (dove GAJA si trova ancora oggi) nel borgo di Barbaresco.
Tuttavia, fu solo con il nipote Giovanni (e sì, la famiglia alterna i nomi tra Giovanni, Angelo, Giovanni e così via, di generazione in generazione!) che i vini iniziarono a essere imbottigliati e GAJA divenne un marchio—with le audaci lettere rosse sulle etichette a partire dal 1937. Con il passare degli anni, la produzione divenne sempre più seria. L’obiettivo era mostrare la grandezza del terroir e dimostrare che né esso né l’uva Nebbiolo meritavano lo status di “sfavoriti” che avevano rispetto ai vini francesi dell’epoca.
La più grande rivoluzione, tuttavia, arrivò quando il figlio, Angelo Gaja, entrò nell’azienda e lanciò la sua visione all’età di soli 21 anni, nel 1961. Negli anni introdusse numerose pratiche rivoluzionarie mai applicate prima in Piemonte: il diradamento verde (riduzione delle rese), la produzione da singolo vigneto, l’uso delle barrique, la fermentazione malolattica e persino la piantagione di vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Sauvignon Blanc.
Oggi Angelo è ancora attivamente coinvolto nella guida dell’azienda, e GAJA rimane al 100% a conduzione familiare—insieme alla moglie e alle due figlie, Gaia e Rossana.
Attraverso le generazioni, i possedimenti della famiglia sono cresciuti fino a circa 100 ettari, e l’azienda impiega oltre 100 lavoratori solo nei vigneti. Non esiste alcun compromesso sulla qualità, e questa attenzione profonda è stata ancora una volta riconosciuta quando GAJA ha conquistato il 2° posto nella prestigiosa classifica “The World’s Most Admired Wine Brands” nel 2025.